Premetto che per “stampa” intendo la stampa offset, quella comunemente fatta in tipografia per capirci.

Molte persone sono portate a credere che le immagini digitali possano essere riprodotte sulle pagine di un catalogo o su un pieghevole alla stessa grandezza che hanno sullo schermo del proprio computer (vedi Internet).
Purtroppo non è così. Diciamo che in tipografia sono molto più precisi ed esigenti e hanno bisogno di immagini, per così dire, più “dense“.

In linea di massima puoi avere un’idea delle dimensioni che la tua immagine può reggere in stampa visualizzandola a monitor al 25%, ovvero a un quarto (un quarto del lato e non dell’area come si tende a pensare). La foto non viene ridotta ma “compressa”.

Senza entrare nel merito sappi che è una questione di risoluzione. Il monitor si accontenta di poco, mentre la stampa è 4 volte più ingorda. Ecco perchè devi visualizzarla a un quarto.

Naturalmente questo metodo è un po’ spartano, il risultato varia, anche in maniera evidente, a seconda del monitor usato ma è sufficiente per avere un’idea su cosa puoi fare col materiale fotografico che hai a disposizione.

Se, invece, conosci le dimensioni in pixel è sufficiente dividerle per 118 per ottenere le dimensioni massime in centimetri con cui potrai andare in stampa. 118 sono, infatti, i pixel in un centimetro lineare alla risoluzione ottimale per la stampa.
In realtà per l’unità di misura della risoluzione si adotta il pollice: dpi = dots per inch = punti per pollice.
Se i pixel in un centimetro sono 118, in un pollice sono 300 (1 pollice = 2,54 centimetri).

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